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La nuova direttiva UE 2021/2167: verso un mercato unico europeo?


Il 29 dicembre 2023 ha rappresentato il termine ultimo entro il quale gli Stati Membri dell’Unione Europea dovevano conformarsi alle nuove normative riguardanti i Non Performing Loans. La necessità sostanziale alla base della nuova regolamentazione europea era la volontà di semplificare e uniformare la disciplina sui crediti in sofferenza, creando un mercato secondario trasparente e in grado di ovviare alle attuali barriere al trasferimento degli NPL da parte delle banche o istituti di credito a investitori terzi. 

Abbiamo già illustrato i punti salienti della nuova Direttiva UE 2021/2167 per quanto riguarda il rapporto tra gestori del credito, ma quali sono gli scenari dell’attuazione della nuova legge per l’Italia e quali scenari si prevedono per il futuro su scala globale? 

Da un mercato nazionale a un mercato transfrontaliero degli NPL

La complessità prevalentemente comune nell’attuazione della normativa a livello globale è dovuta al fatto che gli Stati membri dell’Unione, hanno attualmente in vigore normative molto diverse in merito alle modalità con cui gli investitori possono acquisire NPL da banche e istituti crediti. Motivo per il quale, inoltre, è sempre stato difficile permettere un mercato transfrontaliero legale e trasparente degli NPL e, di conseguenza, creare nuovi spazi di acquisto internazionali. Tra i principali temi all’ordine del giorno del CVSpring Day dello scorso novembre vi è stato un tavolo di discussione in merito alla possibilità di costruire un mercato unico europeo degli NPE. Possibilità che si trasforma in necessità analizzando i dati disponibili: in Europa sono ancora circolanti 367 miliardi di euro di non performing loans. L’italia si posiziona meglio degli altri Paesi, con 51 miliardi di NPL, sotto la Spagna con 79 miliardi e la Francia con 110 miliardi.

Cosa prevede la Direttiva in materia di internazionalizzazione del mercato degli NPE?

La nuova Direttiva UE ha indicato le linee guida che ogni Stato membro dovrebbe attuare per incoraggiare lo sviluppo dei mercati secondari all’interno dell’Unione:

  • La rimozione delle barriere nazionali al trasferimento dei crediti deteriorati, consentendone la cessione da parte degli istituti di credito agli acquirenti
  • Il potenziamento delle attività di due diligence da parte dei potenziali investitori
  • L’incremento della competizione, anche a livello transnazionale, per agevolare l’apertura dei mercati nazionali e favorire l’ingresso di nuovi attori e investitori
  • Nuove e maggiori misure a protezione del mercato, attraverso un regime di sorveglianza per i servicer e gestori del credito
  • Disposizioni specifiche per la tutela dei debitori in caso di cessione dei crediti a Paesi terzi

Conclusioni

Alla luce dei nuovi scenari che si stanno delineando in questa nuova era della regolamentazione europea dei crediti deteriorati e delle normative entrate in vigore, l’obiettivo, ambizioso, di un mercato europeo degli NPL lascia irrisolte ancora molte criticità. Un mercato transfrontaliero necessiterebbe, infatti, di una procedurizzazione e trasparenza di tutte le operazioni creditizie, una riduzione dei tempi burocratici e di gestione operativa dei crediti, omologazione e standardizzazione minima dei contratti di servicing, il potenziamento delle infrastrutture informatiche per la trasmissione dei dati e per le informazioni relative alle transazioni.

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