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Il Ruolo Cruciale della Cartolarizzazione nell’Industria Bancaria. Rischi e sfide

 

In questo articolo abbiamo analizzato il ruolo positivo che la cartolarizzazione può avere nell’industria bancaria, sia nell’offrire alle banche un’opportunità di consolidamento della propria stabilità finanziaria che a nuovi investitori opportunità creditizie a costi più agevolati rispetto al mercato. Allo stesso tempo, la cartolarizzazione bancaria, se non effettuata secondo standard qualitativi e procedure controllate e verificate da enti esperti come Ichnos Management, può essere causa di diverse criticità e rischi finanziari ed economici. 

La crisi finanziaria del 2008

Sono passati quasi 16 anni dalla bancarotta della banca d’affari statunitense Lehman Brothers e dal collasso della più grande compagnia di assicurazioni del mondo. Un evento che ha causato una recessione economica a livello globale di cui ancora oggi si palesano gli effetti. In un certo senso, questa crisi finanziaria ha cambiato il mondo. Sicuramente ha cambiato il modo di operare nell’industria bancaria. 

Ma cosa c’entra la cartolarizzazione con la crisi finanziaria del 2008?

Durante gli anni precedenti alla crisi, la cartolarizzazione bancaria divenne una pratica comune all’interno del mercato finanziario: le banche trasferivano masse di mutui sub-prime (prestiti a rischio elevato) a veicoli speciali creati appositamente – sentendosi rassicurate dalla presenza dell’ipoteca sulla casa e dalla continua crescita del settore immobiliare. Questi veicoli emettevano poi titoli garantiti dai flussi di cassa derivanti dai pagamenti dei mutuatari. La cartolarizzazione sembrava essere, in questi termini, una soluzione attraente per le banche perché offriva loro un modo per liberare risorse e continuare a erogare nuovi prestiti. Quando però la bolla immobiliare, alimentata da una rapida crescita dei prezzi delle case, ha iniziato a sgonfiarsi, i mutui sub-prime hanno iniziato a perdere valore, causando perdite significative anche per le istituzioni finanziarie che possedevano tali crediti, creando così un effetto a catena che ha colpito duramente tutto il sistema finanziario con le conseguenze che tutti conosciamo.

La mancanza di trasparenza nei prodotti cartolarizzati ha reso difficile per gli investitori valutare il rischio associato ai titoli acquistati, generando un clima di sfiducia e incertezza sui mercati finanziari. Le perdite subite dalle istituzioni finanziarie hanno portato a una contrazione del credito su più livelli, dal settore finanziario alle altre economie, industrializzate ed emergenti, innescando così la Grande Recessione.

Inizialmente, sono state le banche centrali a scendere in prima linea per salvaguardare il mercato con iniezioni di liquidità del sistema finanziario ma, quando la crisi di liquidità divenne una crisi di solvibilità, i governi hanno intrapreso altre strade e piani di salvataggio più tradizionali e mirate alle singole istituzioni.

Il post 2008

La crisi finanziaria del 2008 ha sottolineato la necessità di rivedere e riformare le pratiche finanziarie, prime tra tutte proprio la cartolarizzazione bancaria. Gli sforzi per aumentare la trasparenza e migliorare la valutazione del rischio nei prodotti finanziari hanno portato a nuove regolamentazioni e normative in tutto il mondo.Oggi le istituzioni finanziarie devono rispettare e seguire standard più rigorosi e rigidi nella valutazione e nella gestione del rischio associato alla cartolarizzazione. La crisi ha portato a una maggiore consapevolezza della necessità di equilibrare l’innovazione finanziaria con la stabilità e la sicurezza del sistema.

Perché la cartolarizzazione può essere rischiosa?

Come testimonia la crisi finanziaria del 2008, la cartolarizzazione può trasformarsi in un meccanismo letale per tutto il mercato economico se non adeguatamente controllata. Per correggere e regolamentare in modo corretto i suoi processi è necessario però comprendere da dove derivano le fonti di rischio.

Opacità e complessità della cartolarizzazione

Una delle principali criticità della cartolarizzazione finanziaria è l’opacità e la complessità dei prodotti che ne derivano. La creazione di strumenti finanziari complessi e la difficoltà nell’interpretare i rischi associati a questi prodotti hanno portato a situazioni in cui gli investitori e le istituzioni finanziarie si sono trovati a gestire rischi che non erano chiaramente compresi, come ad esempio quelli connessi alla crisi finanziaria del 2008. Per far fronte a questa caratteristica, la regolamentazione europea, ad esempio, ha scelto di favorire esclusivamente lo sviluppo di un mercato di cartolarizzazioni semplici, trasparente e comparabili o standardizzate.

Ciclo economico

La cartolarizzazione è strettamente legata al ciclo di vita dell’economia. Durante periodi di crescita economica, le istituzioni finanziarie potrebbero trovare vantaggioso aumentare i processi di cartolarizzazione, trasferendo i rischi dai loro bilanci bancari a quello degli investitori di prestiti cartolarizzati. Tuttavia, nelle fasi di contrazione economica, il rischio di default dei prestiti sottostanti può aumentare, mettendo a rischio la stabilità finanziaria delle parti coinvolte. Se gli effetti negativi si diramano su larga scala per via di un effetto moltiplicatore allora i problemi diventano sistemici e non più solo economici. 

Rischio di origination 

Il rischio di origination, noto anche come “rischio di produzione” si riferisce al fatto che le Istituzioni finanziarie potrebbero privilegiare la concessione di prestiti di bassa qualità o ad alto rischio, sapendo di poterli cartolarizzare in un secondo momento e trasferire il rischio di credito a terzi. Ciò può però portare a una selezione avversa: se gli strumenti finanziari cartolarizzati riflettono una qualità complessiva più bassa rispetto ai prestiti originali risulta impossibile sanare il gap.

Monitoraggio e governance

Il monitoraggio efficace dei veicoli di cartolarizzazione è cruciale per mitigare i rischi associati. Tuttavia, la complessità di questi strumenti finanziari e la loro distribuzione su scala globale possono rendere difficile monitorare e supervisionare ogni azione di cartolarizzazione. Da un lato la regolamentazione e la governance e, dall’altro, la gestione dei conflitti di interesse tra le parti coinvolte nella cartolarizzazione devono essere rafforzate per garantire che gli interessi degli investitori siano adeguatamente tutelati.

Conclusioni

Se è vero che la cartolarizzazione finanziaria offre vantaggi in termini di gestione del rischio e liquidità, è importante affrontare apertamente le sfide e le criticità associate. Una regolamentazione più rigorosa, una maggiore trasparenza e una migliore governance sono essenziali per garantire che questa pratica non solo ottimizzi l’efficienza finanziaria, ma riduca anche i rischi sistemici e protegga gli investitori e l’economia nel suo complesso.

La complessità e l’opacità dei prodotti derivati, insieme alla dipendenza dal ciclo economico e ai rischi di origination, sollevano ancora oggi interrogativi fondamentali sulla sostenibilità di questa pratica. La necessità di una regolamentazione più stringente, di una maggiore trasparenza e di una governance più efficace emerge come imperativo per affrontare le fragilità del sistema. La gestione accurata dei veicoli di cartolarizzazione, insieme a una valutazione attenta dei rischi sistemici e all’attenzione alle interconnessioni finanziarie, diventano essenziali per preservare la stabilità del sistema finanziario e proteggere gli interessi degli investitori. 

Il cammino verso un utilizzo responsabile della cartolarizzazione richiede un impegno collettivo delle istituzioni finanziarie, dei regolatori e degli attori del mercato, al fine di bilanciare l’innovazione finanziaria con la necessità di preservare la fiducia e la sicurezza nel sistema economico globale.

Ichnos Management è uno degli attori che, all’interno del mercato della cartolarizzazione, si pone come intermediario tra banche e investitori al fine di accompagnare la compra-vendita di crediti con un approccio win-win.

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